Chi siamo Cosa facciamo Contatti Pubblicità venerdì 26 aprile 2024

Sintext, come Internet cambia la sintassi


Sintext, ovvero scrittura sintetica ad alto contenuto evocativo. Poche parole capaci di catturare l'attenzione, che sul web si sa è quanto mai labile. Utile nel marketing lo è anche nel giornalismo. Una semiologa, Cinzia Ligas, ci spiega il perché.

Condividi

Internet ha cambiato il nostro modo di leggere. E anche quello di scrivere. La nostra attenzione dura per poco e bisogna catturarla. C’è poi il famigerato Seo, ovvero ottimizzatore per i motori di ricerca, che ci impone di essere interessanti non solo per i nostri lettori, che già è difficile, ma anche per quegli algoritmi che decidono cosa ha rilevanza quando facciamo una ricerca con Google o simili e, posizionandoci in alto nei risultati, ci rendono maggiormente visibili. Un aiuto per tutto ciò viene dal Sintext, una tecnica di scrittura che insegna ad andare subito a segno. Abbiamo chiesto a Cinzia Ligas, scrittrice e semiologa, di spiegare di cosa si tratta in un’intervista nella quale sfidiamo tutte le leggi che vogliono che i testi online siano brevi.

In cosa il sintext si distingue dalla normale forma di scrittura?
Le tecniche di sintext, scrittura sintetica ad alto contenuto evocativo, aiutano a esprimere il concetto condensandolo in modo esponenziale senza per questo però perdere il feeling comunicativo e utilizzando il lessico più adeguato per creare una corrente emotiva e non solo una serie di fredde definizioni.

Rappresentano una delle ultime tecniche di semiomarketing, la metodologia che potenzia le tradizionali strategie di marketing mix. 

Partendo da tecniche di scrittura ampiamente sperimentate, il Sintext rielabora l'uso dell'analogia, della sinestesia, limita ridondanze testuali, contestuali e temporali, elimina la lessicalizzazione, per passare all'impiego più opportuno di parole piene e di potenza.

Si tratta dell'ottimizzazione estrema della scrittura digitale, di persuasive writing sintetico e ottimizzato per siti web tradizionali, mobile e per apps, dove lo spazio disponibile alle parole è contenuto e il tempo concesso dal lettore pochissimo, a meno che non lo si riesca a colpire, a interessare.

A ciò aggiunge l'uso oculato delle keyword e degli aggettivi in una visione di scrittura Seo oriented, tenendo sempre presente le esigenze degli algoritmi dei motori di ricerca, i canoni di app e mobile usability di Nielsen.






Sembra chiara la rilevanza nell'ambito del marketing, ma anche i giornalisti ne avrebbero bisogno e perché?
Il sintext è figlio diretto del semiomarketing, quindi è una delle tecniche utilizzate per potenziare e accelerare la conversione target/cliente. Non dimentichiamo però che quando si parla di "vendere" qualcosa, (oggetto questo degli studi di marketing) non si tratta necessariamente dello scambio tra un prodotto o servizio con del denaro, ma anche della capacità di convincere qualcuno a "venderci" la sua attenzione, il suo tempo, la sua fede o a compiere un’azione attraverso una serie di tecniche persuasive

Tutti i comunicatori digitali che utilizzano la scrittura come modalità di trasmissione di un concetto dovrebbero conoscerne le tecniche. perchè il Sintext è un anello di congiunzione tra esigenze di Seo e esigenze percettive umane, tra valore connotativo e denotativo dei termini utilizzati, attento al potenziamento del valore semantico ed emotivo dei vocaboli, alla loro organizzazione in sintassi semplificata, alla ottimizzazione del testo verbale, in armonia con gli altri registri comunicativi.





Alcuni sostengono che internet ci renderà più stupidi, assecondando la tendenza ad evitare letture lunghe e quindi inducendoci alla superficialità. è d'accordo?


Si, sono daccordo, ma solo a metà. 

Le regole della Web Writing, utilizzate ampiamente da almeno un decennio, hanno portato alla banalizzazione della maggior parte dei testi, anzichè alla loro semplificazione. Il problema non consiste tanto nella brevità dei testi, ma nella loro superficialità. C'è poi da notare che l'attenzione e l'interesse di un interlocutore li si cattura solo con un minimo di partecipazione al processo di comunicazione e la partecipazione cognitiva ed emotiva implica anche una "fatica intellettuale", sia pur minima da parte di chi legge. Insomma, ci hanno detto per anni di eliminare figure retoriche, assonanze, ritmo, intreccio, flash back (tecniche che funzionano da duemila anni) per non complicare troppo la vita al lettore svogliato, ma così il lettore anzichè leggere di più, ha sempre più perso interesse alla lettura digitale. Se si vuole "giocare" in due, tra emittente e destinatario, occorre che un po' di "sudore intellettivo" lo versino entrambi i partecipanti, anche se in misura diversa.





Scrivere per essere trovati dai motori di ricerca ha suscitato la reazione di alcuni titolisti che accusano la Seo di non apprezzare l'ironia e quindi banalizzare titoli evocativi o con riferimenti indiretti. C'è un modo per non perdere questa ricchezza di significati?


I motori di ricerca non hanno la capacità di cogliere l'ironia, si sa, né i doppi sensi. Se si intitola un articolo "Siamo soli" con un buon calambour, Google non saprà mai se vogliamo intendere la nostra solitudine nel mondo o il fatto che ci sentiamo come stelle splendenti.
Ecco, questo tipo di titolazione è inefficace ai fini della Seo. Ma possiamo imparare a giocare un po' con le keyword... Ad esempio, un corso di Sintext orientato al Seo potrebbe trovare un buon titolo in «Sintext, il corso 'Seo addicted'» che contiene tutte le parole chiave giuste, ma strizza l'occhio al lettore giocando con l'assonanza "sex addicted" e "seo addicted".



Come sta cambiando la semantica con i nuovi media?


Cambia l'approccio, non la semantica. La semiotica tradizionale analizza i testi, ma ha un limite: è troppo astratta, al punto da apparire ai responsabili marketing come una disciplina esoterica. Ha bisogno di maggior pragmatismo, di maggior aderenza con la realtà aziendale e del mercato. La sola semiotica non offre soluzioni pratiche. In pratica la semantica (che è parte della semiotica, insieme a pragmatica e sintattica) con il semiomarketing acquista l'efficacia concreta dell'analisi dei testi e dell'interpretazione dei dati acquisiti dalle ricerche di mercato e offre quindi le indicazioni pratiche per migliorare la corporate image, il made in image, la brand image o il positioning del prodotto tenendo conto della contaminazione dei media ormai in atto che hanno dato origine alla new communication, tarata sulle peculiarità dei nuovi mezzi e delle nuove piattaforme di comunicazione. 

Dopo aver sdoganato la semiotica già ai tempi della netsemiology dalla connotazione di disciplina speculativa e accademica, quindi un po' astratta e inutilizzabile a fini pratici, la si è utilizzata in modo pragmatico per offrire regole chiare ed efficaci ai progettisti per realizzare comunicazione digitale funzionale ed efficace. 


Maggiori informazioni su questo argomento le si possono trovare sul blog http://polisemantica.blogspot.com
e sul sito http://www.semiosis.itwww.semiosis.it.