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IFiles: le inchieste
su YouTube


Il canale raccoglie video d'inchiesta da alcuni dei più rinomati media internazionali. Lanciato dal Center for investigative reporting, una delle più vecchie organizzazioni no-profit americane per il giornalismo investigativo, è finanziato dalla Knight Foundation.

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Il giornalismo d'inchiesta prende casa su Youtube.

Da agosto è attivo il canale IFiles. Lanciato dal Center for Investigative Reporting (CIR), una delle più vecchie organizzazioni non-profit americane per il giornalismo d'inchiesta, è finanziato dalla Knight Foundation. Questo canale si avvale della collaborazione con alcuni dei più grandi media ed emittenti internazionali, pubblicando contributi che provengono da ABC News, BBC, il New York Times, Al Jazeera e dall'Investigative News Network (INN) che si compone di 60 organizzazioni no-profitautori di video di denuncia che rivelano il dietro le quinte di molti aspetti della modernità. Uno dei video più cliccati racconta i costi nascosti di un hamburgher, altri le incongruenze del sistema elettorale negli Stati Uniti, altri ancora narrano di guerre o denunciano le condizioni dei detenuti. Si tratta di video eterognei, alcuni decisamente drammatici, altri che puntano sull'ironia, scegliendo di veicolare verità scomode attraverso una riflessione che muove dal sorriso.
La scelta, come ha spiegato Michael Maness, vicepresidente per il giornalismo e l'innovazione dei media della Knight Foundation, che ha sostenuto il progetto con 800.000 dollari, è stata fatta per dare più appeal al giornalismo investigativo: rendendolo più web-centrico la speranza è che attiri più spettatori e susciti maggior interess. Con il lancio di questo canale è partito anche il I Files Future Award, un concorso dedicato agli studenti di giornalismo, che mette in palio 2.500 dollari.
Uno stimolo (formato video) per creare un'alternativa a un giornalismo che, fenomeno comune all'Europa e al resto del mondo, si sta appiattendo sui lanci di agenzia e sulla registrazione di dichiarazioni diffuse acriticamente.
La durata dei contributi, alcuni attinti dai canali dei media partner, altri caricati direttamente, non supera i 12 minuti e dalle prime valutazioni, oltre ad un progressivo e costante aumento degli iscritti, è stata registata un'attenzione degli utenti che li spinge a non staccarsi dal video fino alla sua conclusione. Un ottimo risultato considerando la volubilità dell'utente del web.
Il progetto punta ad autofinanziarzi grazie agli introiti pubblicitari, che potranno essere utilzzati anche per pagare i giornalisti per inchieste prodotte in esclusiva.